Tutto quello che non sapevi sulla produzione del vetro

Se parliamo di produzione del vetro, è bene far riferimento a processi diversi in base al prodotto ottenuto: creare delle lastre non è paragonabile al realizzare barattoli o bottiglie. In ogni caso comunque, la sua produzione può essere divisa in quattro fasi: preparazione della materia prima – fusione della sabbia silicea – raffreddamento – lavorazione del vetro.

Le materie prime vengono lavorate e poste in diversi silos o vagoni di grandi dimensioni. Il loro setaccio avviene sempre in questa prima fase, unito all’essiccazione e il pre-riscaldamento.

È la sabbia silicea a fungere da base, insieme ad altri componenti chimici a seconda della qualità del vetro che vogliamo ottenere. Tutti questi materiali, superati i suddetti tre step, vengono posti su dei nastri trasportatori e suddivisi in lotti che portano direttamente alla fornace.

Il vetro comune è chiamato anche siliceo, dal momento che parliamo di un materiale costituito quasi interamente da diossido di silicio. Esso ha un punto di fusione di 1.800 °C ed è il motivo per cui partire dalle sabbie silicee è molto più costoso in termini energetici. L’alternativa migliore sarebbe utilizzare il vetro già frammentato e ricavato grazie alla raccolta differenziata. In questo caso infatti, separazione e purificazione delle materie prime sono le prime due fasi del processo di preparazione.

I vari tipi di vetro si differenziano soprattutto per colore, qualità e purezza dei materiali, oltre che dal tipo di fornace che viene utilizzata nel processo. Questa è alimentata lentamente e tenuta sotto controllo grazie a sistemi che tengono conto anche del tipo di combustione. Gas naturale od olio combustibile alimentano le classiche fornaci industriali, che permettono di raggiungere temperature anche oltre i 1.500 °C.